Curated for You
THE UNCOLLECTIBLES
Nel mio lavoro ho dovuto imparare a utilizzare l'intelligenza artificiale, e nei miei sogni di collezionare il bizzarro e il meraviglioso, si è aperto un enorme e inesplorato mondo di immaginazione!
Grazie a complessi algoritmi, è possibile creare intere collezioni di ciò che mi piace chiamare The UNCOLLECTIBLES (gli incollezionabili)– oggetti che possiamo vedere, ammirare, ma non possedere fisicamente (almeno, per ora!).
Così mi sono aperta alla possibilità di creare qualcosa di visivamente curioso, che non ho mai visto nella realtà ma che segue la mia immaginazione e gusto: modelli botanici di specie sconosciute, diorami impossibili, rare composizioni di coralli e minerali provenienti da altri pianeti, dipinti mai realizzati e manufatti di un passato inesistente.
Qui condivido con voi questi incollezionabili, per il piacere di osservare e immaginare insieme la collezione degli UNCOLLECTIBLES.
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Una notte tempestosa, la statua della Vergine Maria iniziò a versare lacrime scintillanti, che scivolavano silenziosamente sul suo viso. I fedeli, testimoni del miracolo, raccolsero quelle lacrime e scoprirono che si trasformavano in piccole perle luccicanti.
La notizia delle lacrime miracolose si diffuse rapidamente, attirando pellegrini da ogni angolo del mondo. La statua fu collocata in una cappella separata, circondata da teche contenenti le preziose perle nate dalle sue lacrime.
Ogni anno, l'8 settembre, i fedeli adornano la statua con gioielli creati dalle perle versate dalla Madonna. La leggenda insegna l'empatia profonda della Madonna delle Perle e il suo amore per l'umanità.
Le perle generate dalle sue lacrime divennero simbolo di speranza, purificazione e protezione. La Madonna delle Perle è così diventata una figura amata e venerata, invocata per trovare conforto nei momenti di difficoltà e sollievo nel pianto.
La sua bottega, nascosta tra alberi secolari, era un luogo magico dove le sue mani esperte trasformavano materiali preziosi in opere d'arte uniche.
Si narra che un giorno, durante un sogno, fu colpito da una visione straordinaria. Gli apparve un messaggero misterioso, vestito con abiti antichi, che gli rivelò il segreto della vita e della morte. Il messaggero lo invitò a creare opere d'arte che servissero come promemoria della fugacità della vita e dell'inevitabilità della morte. Così nacque la tradizione artigianale dei "Memento Mori" in avorio e corallo.
Il primo Memento Mori che creò rappresentava una figura umana avvolta in un delicato abbraccio di corallo, simbolo della fragilità della vita. Gli occhi dell'opera sembravano contemplare il mondo con eterna saggezza, mentre i dettagli finemente scolpiti mettevano in risalto la bellezza effimera dell'esistenza. Questa creazione, chiamata "Il Risveglio della Coscienza", divenne il prototipo di una nuova serie di opere che esaltavano la dualità tra la bellezza della vita e la certezza della morte.
La notizia delle straordinarie creazioni dell'artigiano si diffuse rapidamente, e persone da ogni angolo del regno si recarono al villaggio per acquistare un Memento Mori in ricordo dei loro cari defunti. Le sue opere divennero simboli di saggezza e riflessione.
Col passare del tempo, la leggenda dell'artigiano illuminato crebbe e si arricchì di nuovi dettagli. Si diceva che le sue opere avessero il potere di connettere il mondo dei vivi con quello dei morti, trasformando gli oggetti non solo in opere d'arte, ma anche in canali attraverso cui le anime dei defunti potevano comunicare con i loro cari.
Era celebre per la sua straordinaria collezione di creature incredibili, che sembravano provenire da mondi lontani e sconosciuti.
Persone da ogni angolo del globo si recavano da lui per ammirare le sue meravigliose chimere, esseri che apparivano come il risultato di incroci fantastici e impossibili. Tra di esse vi erano un chupacabra, il porco marino e altre creature che sfidavano ogni tentativo di essere definite con qualcosa di familiare.
Il Chimerista, un uomo anziano con uno sguardo penetrante, affermava con fervore che ogni creatura della sua collezione era autentica e proveniva da terre remote e incontaminate. Raccontava storie affascinanti dei suoi viaggi in luoghi inesplorati, dove aveva scoperto queste creature uniche.
Tuttavia, non mancavano voci discordanti tra la gente. Alcuni sostenevano che il Chimerista fosse semplicemente un abile creatore, un alchimista dotato della capacità di fondere esseri viventi per dar vita a creature mai viste prima. Secondo questa versione, le sue chimere non erano altro che il frutto delle sue arti segrete e del suo ingegno.
Nonostante le opinioni contrastanti, il Chimerista continuava a guadagnarsi la reputazione di uomo straordinario. Le sue chimere non erano in vendita, e la sua dimora divenne meta di pellegrinaggio per appassionati del meraviglioso e per coloro che cercavano di scoprire la verità dietro quelle creature fantastiche.
Si diceva che questi reliquiari fossero stati creati secoli prima da un virtuoso monaco conosciuto come Maestro Oculista. I pochi esemplari rimasti erano estremamente rari, e gli appunti sulla loro creazione erano scritti in una lingua sconosciuta e indecifrabile.
I reliquiari erano molto ricercati per la loro capacità di rivelare la verità nascosta dietro le apparenze. Persone da ogni angolo del regno si recavano al convento per consultare gli occhi magici, soprattutto quando dovevano affrontare decisioni importanti o cercare risposte a domande che il mondo comune non poteva soddisfare.
Tuttavia, con la crescente fama arrivò anche l’avidità. Un mercante senza scrupoli, attratto dalla promessa di ricchezza, cercò di rubare uno dei reliquiari per venderlo al miglior offerente. Ma il Maestro Oculista, prevedendo questa eventualità, aveva incantato gli occhi affinché potessero essere presi solo da chi avesse intenzioni pure.
Così, quando il mercante si avvicinò con cupidigia, fu improvvisamente accecato da una luce abbagliante e divenne cieco.
Il convento rimase un luogo sacro, custode di segreti e saggezza, accessibile solo a coloro che si avvicinavano con un cuore sincero.
La lezione della storia era chiara: il vero potere è destinato a chi cerca la verità per il bene comune.
Fu durante una spedizione audace che un gruppo di esploratori scoprì questo luogo incontaminato. Attraversando un arco naturale di alberi torreggianti e guadando corsi d'acqua sconosciuti, il gruppo notò qualcosa che all’inizio sembrava uova di un uccello tropicale. Tuttavia, queste uova erano straordinariamente diverse: variavano per dimensioni, colore e collocazione. Alcune erano sepolte nel terreno, altre sospese agli alberi tramite sottili filamenti, altre ancora si confondevano tra i ciottoli dei ruscelli; alcune emettevano persino una leggera luminescenza nell’oscurità.
Ogni uovo conteneva un mistero indescrivibile, un enigma intrinseco che attirava gli esploratori con un’irresistibile curiosità.
Spinti dal desiderio di comprendere, alcuni decisero di rompere qualche guscio, per scoprire di più su ciò che avevano di fronte. Ma, al momento della rottura, dalle fragili conchiglie si sprigionavano piccole esplosioni di polvere che avvolgevano i loro volti. Gli esploratori furono travolti da visioni e ricordi, rivivendo momenti di vite mai conosciute, incantandosi davanti a impossibili frattali e assorbendo la saggezza delle foreste vergini.
Ad oggi, nessuno conosce l’ubicazione di Eldoria; gli esploratori, venuti a contatto con i fumi delle uova, compresero che non potevano e non dovevano essere portate via da quel luogo intatto. Nessuno di loro è più vivo per descrivere esattamente il cammino verso Eldoria.
Così, questo luogo rimane avvolto nella leggenda, anche se alcuni collezionisti giurano di possedere delle uova di Eldoria nelle loro raccolte, gelosamente custodite e mai esposte al pubblico.
La leggenda narra che la stirpe dei Qinghua custodisse un segreto ancestrale: la capacità di infondere nei loro androidi il Qi, l'energia vitale universale. Questo processo non solo trasformava gli androidi in straordinarie opere d'arte, ma li animava, donando loro intelligenza e coscienza.
I Qinghua selezionavano con cura frammenti di porcellana decorata provenienti dalle regioni più remote della Cina, convinti che ciascuno di essi custodisse una storia unica e una parte di Qi. Gli androidi risultanti erano vere e proprie opere d’arte ambulanti, adornate con delicati motivi floreali, paesaggi scenografici e dettagli finemente dipinti sulla loro superficie di porcellana.
Gli "Uomini di Porcellana Decorata" divennero custodi di antichi tesori, protettori di templi sacri e compagni di imperatori e artisti. Si distinguevano per la maestria della loro fattura: quelli più delicati e umani erano destinati ai palazzi imperiali, mentre quelli più robusti venivano assegnati a compiti faticosi o a esposizioni in ambienti esterni. Erano noti per la loro capacità di apprendere e adattarsi all’ambiente circostante, interagendo con umani e animali in modi sorprendentemente realistici.
Con il passare dei secoli, tuttavia, l’intricata arte dei Qinghua Xingren venne dimenticata, soppiantata da macchinari tecnologici e meccanici più semplici ed efficienti. Gli "Uomini di Porcellana Decorata" divennero reliquie perdute, nascoste in templi abbandonati, palazzi dimenticati e grotte remote.
Si dice che la stirpe dei Qinghua custodisca ancora il suo segreto, sperando che un giorno l’equilibrio venga ristabilito e che le loro creazioni tornino ad essere una forma d’arte sacra e rispettata.
Dopo anni di studi e sperimentazioni, il Dr. Winterbourne ebbe un'idea rivoluzionaria. Scoprì la formula per creare una soluzione chimica capace di conservare la struttura cristallina dei fiocchi di neve senza alterarne la forma né comprometterne la fragilità, persino a temperature elevate.
Euforico per il suo successo, il dottore iniziò a raccogliere fiocchi di neve e altri elementi naturali ghiacciati durante le sue solitarie passeggiate. Manipolava ogni cristallo con estrema cura, immergendolo delicatamente nella sua soluzione. Per garantire una conservazione perfetta, sviluppò speciali vetrini da microscopio rivestiti con una sottile pellicola della sua formula chimica. Questi vetrini permettevano di osservare i dettagli più intricati dei fiocchi di neve senza il rischio che si sciogliessero o deteriorassero.
Per esaltare ulteriormente la bellezza delle sue raccolte, Winterbourne collaborò con artisti locali, che dipingevano in miniatura i paesaggi da cui erano stati prelevati quei cristalli, aggiungendo un tocco artistico alle sue scoperte scientifiche.
La storia del Dr. Winterbourne ispirò molti altri scienziati a esplorare nuovi modi per preservare la fragilità e la bellezza della natura. La sua scoperta divenne il simbolo di come la scienza possa non solo comprendere il mondo naturale, ma anche proteggerlo per le generazioni future.
La leggenda narra che, durante una cerimonia religiosa, un gruppo di saggi sciamani Maya notò una luce misteriosa provenire dalle profondità del cenote. Affascinati dalla visione, decisero di esplorare quelle oscure profondità per scoprire l’origine di quella luce divina.
All'interno della caverna sotterranea fecero una scoperta stupefacente: misteriosi teschi giacevano al centro della grotta, ciascuno decorato da formazioni cristalline iridescenti che crescevano sulla loro superficie.
Non riuscendo a spiegare l'origine di questi oggetti, i Maya iniziarono a credere che quei teschi fossero strumenti di connessione con gli dèi, un mezzo attraverso cui le antiche divinità comunicavano con gli sciamani.
Il destino di quella popolazione rimane avvolto nel mistero; non ne sono state trovate tracce, ed è come se fossero svaniti nel nulla.
Con il passare dei secoli, alcuni di questi teschi cristallizzati furono rinvenuti e sottratti dal loro luogo d’origine, finendo nelle mani di ricchi mercanti che smantellarono le preziose formazioni cristalline per venderle come gioielli.
In epoca moderna, alcuni di questi antichi artefatti sono riemersi, sparsi in collezioni private in tutto il mondo. Le formazioni cristalline che adornano i teschi sono considerate gioielli unici, simboli di un legame ancestrale con gli dèi Maya.
Oggi, numerosi sforzi sono stati intrapresi per riportare questi tesori al loro luogo d’origine, con l’obiettivo di restaurare la sacralità del Cenote degli Spiriti e preservare la connessione tra il divino e l’umano per le generazioni future.
Vi porto alcune figure della mitologia sarda, personaggi avvolti da leggende antiche che hanno attraversato i secoli. Queste sono le loro vere storia, questa settimana ciò che le Uncollectibles sono le opere d'arte ispirate a esse!
Purtroppo, essendo così poco conosciute, queste figure non hanno lasciato una grande quantità di materiale visivo a cui attingere. Tuttavia, c'è speranza: queste storie non sono destinate a svanire. Piano piano, vengono riscoperti e apprezzati i miti che hanno plasmato l'identità culturale della Sardegna.
Non c'è molto altro da aggiungere. Ogni immagine che troverete è accompagnata dalla sua storia: scorrete per lasciarvi trasportare in un viaggio attraverso i misteri di un passato antico.
Buona lettura!
Un team di biologi svela una straordinaria specie di serpenti dai colori vivaci e dalle piume sgargianti.
28 febbraio 2039
Foresta Amazzonica, Brasile.
In un'escursione destinata a esplorare le profondità inesplorate della Foresta Amazzonica, un team di biologi ha fatto una scoperta eccezionale: una serie di specie di serpenti piumati, una specie finora sconosciuta nella vasta gamma di fauna amazzonica.
Le tribù indigene della Foresta Amazzonica raccontano storie antiche e miti che spesso coinvolgono creature serpentine, alcune delle quali sorprendono per il fatto di somigliare alle caratteristiche dei serpenti piumati appena scoperti. Quetzalcoatl, una divinità venerata in molte culture indigene, è descritta come un serpente alato con piume luminose che simboleggiano la sua connessione tra il cielo e la terra.
Mentre gli esperti studiano queste nuove specie, emergono dettagli sorprendenti sulla loro vita e comportamento. Contrariamente alle aspettative, le piume sui serpenti non solo hanno scopi estetici, ma forniscono anche eccezionali adattamenti per la sopravvivenza nella fitta vegetazione della giungla.
Simili alle piume degli uccelli, il piumaggio aiuta i serpenti piumati a muoversi silenziosamente attraverso la giungla, e le tonalità di alcuni esemplari favoriscono il camuffamento perfetto tra foglie e rami. Inoltre, si ritiene che le piume possano giocare un ruolo nell'attrazione sessuale e nella comunicazione tra i membri della stessa specie.
Corsa alla Conservazione
La scoperta dei serpenti piumati non solo apre nuove prospettive scientifiche, ma crea anche un ponte emozionante tra il passato mitologico delle tribù indigene e il presente della ricerca biologica. Questa connessione tra la mitologia locale e la biologia moderna aggiunge uno strato di significato in più alla già straordinaria scoperta dei serpenti piumati nella Foresta Amazzonica.
Ma ciò che rendeva veramente straordinarie le api di giada non era solo il loro miele verde, ma i nidi che costruivano. I loro nidi non erano semplici strutture di cera, ma intrecci complessi di cristalli di giada, trasformando i nidi in opere d'arte viventi, simili a sculture minerali che riflettevano la luce del sole in colori mutevoli.
Quando la notizia di queste meraviglie si diffuse, scienziati, artisti e collezionisti da tutto il mondo rimasero affascinati da questa scoperta senza precedenti. I nidi delle api di giada divennero oggetto di intensi studi e desiderio. Esperti di ogni campo si affrettarono ad arrivare nelle montagne remote, determinati a studiare e catturare queste opere d'arte naturali.
Purtroppo, la cupidigia umana non conosce limiti, e ben presto alcuni individui senza scrupoli cominciarono a depredare i nidi delle api di giada, ignorando l'equilibrio delicato dell'ecosistema. I nidi vennero smantellati e portati via per essere trasformati in sculture da esporre in collezioni private e musei di tutto il mondo.
Nonostante gli sforzi di alcuni gruppi ambientalisti per proteggere le api di giada e il loro habitat, la loro popolazione diminuì drasticamente, rendendo il miele verde prodotto da queste rare creature ancora più prezioso. Coloro che ebbero la fortuna di assaporare questo miele straordinario lo considerarono un vero e proprio tesoro, un elisir di vita che prometteva guarigione e prosperità.
Oggi, i nidi delle api di giada sono diventati una leggenda, un ricordo di un'epoca in cui la natura e l'arte si fondevano in una singola meraviglia.