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curiosities bites
Bites of wonder from the world of Wunderkammern.
Small stories, big curiosities.

Corna di unicorno
Tra i tesori più preziosi delle Wunderkammer rinascimentali c'erano i "corni di unicorno", lunghe zanne a spirale vendute per i loro presunti poteri magici e curativi. In realtà, erano zanne di narvalo provenienti dai mari artici, portate in Europa dagli esploratori e vendute a prezzi esorbitanti.
Le conchiglie che racchiudevano l'oceano
Nel XVII secolo, i naturalisti credevano che alcune conchiglie potessero intrappolare il suono del mare al loro interno. I collezionisti le portavano alle orecchie per "ascoltare" gli oceani lontani.


La candela che bruciava per l'eternità
Verso la fine del 1500, gli alchimisti affermavano di aver creato "candele eterne": stoppini che non si consumavano mai, alimentati da formule segrete di fosforo e mercurio. Sebbene nessuno di essi durasse davvero per sempre, questi oggetti simboleggiavano il sogno dell'umanità di catturare la scintilla eterna nella materia.
Crediti immagine-
Cero Umano By Gorche
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Cero Umano By Gorche
Bezoar: l'antidoto ai veleni
Per secoli considerate la più potente difesa contro i veleni, i bezoar venivano estratte dallo stomaco di animali come capre o antilopi e custodite come reliquie preziose. In realtà non sono altro che una concrezione di peli o di materia vegetale che si forma nell’apparato digerente di molti ruminanti.
Re e collezionisti le montavano in oro e argento, convinti che bastasse immergerle nel vino per neutralizzare qualsiasi tossina.
Più che medicina, erano il simbolo di una fede assoluta nella natura come alchimista silenziosa.
Crediti immagine-
Bezoar della Wellcome Collection, Science Museum, Londra.
Re e collezionisti le montavano in oro e argento, convinti che bastasse immergerle nel vino per neutralizzare qualsiasi tossina.
Più che medicina, erano il simbolo di una fede assoluta nella natura come alchimista silenziosa.
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Bezoar della Wellcome Collection, Science Museum, Londra.


Dodecaedri romani, il mistero perfetto
Piccoli oggetti in bronzo, geometrici, traforati e perfettamente simmetrici: i dodecaedri romani sono stati rinvenuti in tutta Europa, ma nessun testo antico ne spiega la funzione. Strumento astronomico? Oggetto rituale? Calibro militare? La loro perfezione è muta, e proprio per questo inquietante: manufatti precisi senza scopo apparente, come messaggi dimenticati da una logica antica.
Crediti immagine-
Dodecaedro in bronzo, IV-II secolo aC.
Besançon, Musée Des Beaux-Art Et D'Archéologie
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Dodecaedro in bronzo, IV-II secolo aC.
Besançon, Musée Des Beaux-Art Et D'Archéologie
La sirena delle Fiji
Nel XIX secolo, alcune Wunderkammer e collezioni esponevano una creatura mostruosa: una “sirena” con busto umano e coda di pesce. In realtà era una sapiente fusione di scimmia mummificata e pesce essiccato, capolavoro dell’inganno ottico e dell’immaginazione coloniale.
Non solo frode, ma testimonianza del confine poroso tra meraviglia scientifica e desiderio di credere all'impossibile.
Crediti immagine-
Horniman Merman, Heini Scheebeli
Non solo frode, ma testimonianza del confine poroso tra meraviglia scientifica e desiderio di credere all'impossibile.
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Horniman Merman, Heini Scheebeli

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