

Curiosità:
Antichi Memento Mori
-L’arte di ricordare la fine per celebrare la vita-
Scopri l'affascinante mondo dei memento mori, oggetti misteriosi e potenti che, per secoli, hanno accompagnato l’uomo nel confronto con la mortalità. Un viaggio tra arte, simbolismo e filosofia che ti porterà faccia a faccia con l’eternità.

Cos’è un Memento Mori?
Il termine latino memento mori significa “ricorda che devi morire”. Più che una minaccia, era un invito a vivere con consapevolezza. Sin dall’epoca romana, fino al Medioevo e al Rinascimento, questi oggetti—teschi scolpiti, clessidre, scheletri in miniatura—ricordavano a chi li possedeva la fragilità dell’esistenza.
Nel pensiero cristiano, il memento mori diventò anche un simbolo di redenzione e di meditazione spirituale.
Ci sono varie tipologie di Memento Mori, per citarne le più diffuse troviamo:
Teschi scolpiti o dipinti, Gioielli funerari, Clessidre e orologi da morte, vanitas e dipinti che possono ulteriormente spaziare il sotto categorie, come le famose danze macabre medievali.

Curiosità e Significati nascosti
Dietro ogni memento mori si cela non solo un monito, ma anche un mondo di storie, usanze e simbologie affascinanti che attraversano culture e secoli.
La fotografia dei morti nell’epoca vittoriana:
Nel XIX secolo, con la diffusione della fotografia, nacque un'usanza tanto inquietante quanto poetica: il ritratto post mortem. I defunti venivano fotografati come se dormissero o in pose naturali, accanto ai familiari ancora in vita. Era un modo per “fermare il tempo” e conservare un ultimo ricordo tangibile della persona amata.
Memento mori da tasca: un segreto nella mano
Non tutti i memento mori erano oggetti imponenti o cerimoniali. Alcuni erano piccoli, realizzati per essere tenuti in tasca o al collo. C’erano medaglioni apribili con minuscoli teschi scolpiti all’interno, oppure oggetti in avorio, osso o argento nascosti come talismani. Portarli addosso significava avere un costante promemoria della propria mortalità: discreto, personale, intimo.
Teschi sacri e kapala: l'impermanenza secondo il Buddhismo tibetano
In Tibet, alcuni strumenti rituali buddisti evocano lo stesso concetto in chiave spirituale. I kapala, coppe cerimoniali realizzate a partire da veri crani umani, venivano usati nei rituali tantrici come simboli dell’illusorietà dell’ego e della realtà materiale. Anziché spaventare, questi oggetti erano venerati come strumenti verso la saggezza e l’illuminazione.
I memento mori sono molto più che simboli macabri: sono porte verso la riflessione, l’arte e il mistero.
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