Proprio come per il blog sul Losar, il capodanno tibetano che non sapevamo di star vivendo, vi voglio parlare di un'altra celebrazione che la maggior parte delle persone ignorano e che si è conclusa pochi giorni fa. Navaratri, che significa letteralmente "nove notti", è una delle feste più vibranti dell'India, in cui si onorano le diverse manifestazioni della Śakti, la Madre divina, l’espressione femminile di "Dio" secondo l'induismo. Questo festival, che cade due volte l’anno (durante la primavera e l’autunno), è un momento di profonda devozione e spiritualità, oltre a essere un’occasione per esprimere la gioia attraverso musica, danza e colori. Ma oltre alle celebrazioni visibili, c’è una ricchezza incredibile legata a questa festa e ,soprattutto, ogni giorno è dedicato a una manifestazione della Dea, che incarna un aspetto diverso del divino femminile. Troverete aspetti terribili e altri salvifici, in un delizioso mix lontano dal bene e dal male, dal bianco e nero, tutto in sfumature di colori accesi e vibranti, come l'india stessa. GIORNO 1
Shailaputri (Figlia della Montagna)

Illustrazione di Sati secondo l'AI
Occupa un posto di grande rilevanza, essendo la prima manifestazione della Dea Durga. Il suo nome, rappresenta la forza primordiale e immutabile che sostiene l'universo. E' vista come la reincarnazione di Sati, figlia del potente re Daksha, il mito vuole che si innamorò del Dio Shiva e lo sposò, nonostante la disapprovazione del padre. Daksha organizzò un grande yagna (sacrificio rituale) e invitò tutte le divinità tranne Shiva. Sati, offesa dall'insulto al marito, si immolò nel fuoco del sacrificio. Devastato dalla perdita, Shiva iniziò la sua danza della distruzione, il Tandava, portando caos nell'universo. Dopo la tragica morte di Sati, il mito racconta che lei rinacque come Shailaputri, così il divino femminile affronta il sacrificio e la rinascita per mantenere l'equilibrio cosmico. GIORNO 2 Brahmacharini (Colei che osserva il celibato)

Illustrazione di Brahmacharini secondo l'AI
"Brahmacharini" deriva da "Brahma" (penitenza) e "Charini" (femmina), indicando una donna che pratica una devota austerità. Questa dea rappresenta la purezza, la determinazione e la conoscenza spirituale. Per capire come si "generò" Brahmacharini dobbiamo parlare di Parvati, dea desiderosa di conquistare il cuore di Shiva, che decise di intraprendere una rigorosa penitenza per attirare la sua attenzione. Si ritirò nei boschi e adottò uno stile di vita estremamente austero. Rinunciò ai cibi prelibati, scegliendo invece solo erbe e radici per nutrirsi. Indossava semplici vestiti bianchi e portava con sé un rosario e un'urna d'acqua, simboli di purezza e devozione. La sua penitenza durò migliaia di anni. Durante questo periodo, sopportò le condizioni più difficili senza mai perdere la sua determinazione. Le sue pratiche ascetiche le valsero proprio l'appellativo di Brahmacharini, che significa "colei che pratica la penitenza".
GIORNO 3 Chandraghanta (Colei con la Campana Lunare)

Illustrazione di Chandraghanta secondo l'AI
E' conosciuta per la sua forma feroce e combattiva e della sua lotta contro i demoni. Dopo il matrimonio con Shiva, Parvati assunse la forma di Chandraghanta per proteggere il mondo dai demoni e dal male. In questa forma, è rappresentata con dieci braccia, ciascuna che brandisce un'arma diversa, come un tridente, un disco e una mazza. La sua presenza emana un'aura di terrore per i demoni ma di protezione e benevolenza per i suoi devoti.
Il suono della sua campana, la ghanta, è detto essere così potente e minaccioso che fa tremare i demoni e li induce a fuggire. Durante una delle battaglie più epiche, Chandraghanta ha guidato le forze divine contro un esercito di demoni, usando le sue abilità combattive e la sua furia per sconfiggere il male.
Questa rappresentazione di Chandraghanta sottolinea l'aspetto guerriero della dea, dimostrando che la divinità femminile non è solo una fonte di bellezza e amore, ma anche di forza e potere distruttivo contro il male. GIORNO 4 Kushmanda (Colei che ha creato l’universo)

Illustrazione di Kushmanda secondo l'AI
Si crede che il mondo fosse oscuro prima della sua risata divina, che ha creato luce e vita, avviando la formazione dell'universo. Il suo nome stesso può essere scomposto in "Ku" (piccolo), "Ushma" (calore) e "Anda" (uovo), suggerendo la creazione di un piccolo uovo cosmico. Kushmanda è anche associata alla guarigione e alla salute.
Si narra che quando Kushmanda creò l'universo con la sua risata, non si fermò solo alla creazione di stelle, pianeti e vita. Avendo stabilito il sole come sua dimora, iniziò a coltivare la terra con piante e erbe dotate di proprietà curative, che avevano il potere di guarire e alleviare le sofferenze degli esseri viventi.
Secondo la leggenda, le piante curative e le erbe medicinali create da Kushmanda sono la base dell'antica medicina ayurvedica, un sistema di cura che si basa sull'uso di rimedi naturali per ripristinare l'equilibrio e la salute. Ogni pianta creata da lei ha una funzione specifica, che va dal rafforzare il sistema immunitario a curare malattie gravi.
Le proprietà curative delle piante sono viste come un dono diretto della dea, e i medici ayurvedici spesso invocano Kushmanda per chiedere benedizioni prima di raccogliere e usare queste erbe nei loro trattamenti. GIORNO 5 Skandamata (Madre del Dio della Guerra)

Illustrazione di Skandamata secondo l'AI
La storia di Skandamata come madre di Skanda è uno dei miti più affascinanti e ricchi di significato nella mitologia indiana.
Skanda, anche conosciuto come Kartikeya, nacque per sconfiggere il demone Tarakasura, che terrorizzava il mondo. Questo demone aveva ottenuto una benedizione che lo rendeva quasi invincibile, solo il figlio di Shiva avrebbe potuto sconfiggerlo. Dopo la nascita di Skanda, la dea prese il nome di Skandamata e fu spesso raffigurata con il bambino divino in grembo, evidenziando la sua natura protettiva e amorevole. La sua forza come madre non solo simboleggia la potenza della fertilità e della procreazione, ma anche l'incredibile determinazione e sacrificio che le madri sono disposte a compiere per il bene dei loro figli.
Le sue quattro braccia, due delle quali tengono fiori di loto, rappresentano la purezza e la divinità, mentre con un altro braccio tiene Skanda e l'ultimo è in una posizione benedicente, mostrando la sua natura benevola.
GIORNO 6
Katyayani (La Guerriera)

Illustrazione di Katyayani secondo l'AI
Per capire la "nascita di Katyayani dobbiamo prima capire chi è Mahishasura, un demone con il potere di cambiare forma, che aveva ottenuto una benedizione che lo rendeva invincibile per qualsiasi uomo o Dio. Abusando di questo potere, iniziò a terrorizzare il cielo e la terra. Gli dei, incapaci di sconfiggerlo da soli, si unirono e canalizzarono la loro rabbia e il loro potere collettivo per creare una guerriera suprema.
Da questa unione di energie divine nacque Katyayani, una dea armata con le armi più potenti fornite dagli dei, come il tridente di Shiva, la spada di Durga e l'arco e le frecce di Vishnu. Cavalcando un leone feroce Katyayani era l'incarnazione della giustizia divina pronta a punire il male e non essendo né un dio, né un uomo era l'unica a poter sconfiggere Mahishasura.
La battaglia fu intensa, il demone cambiava continuamente forma, ma Katyayani, con la sua destrezza e potenza, lo affrontava in ogni sua incarnazione. Alla fine, la dea riuscì a sopraffare il demone, uccidendolo e liberando il mondo dalla sua tirannia.
GIORNO 7
Kalaratri (La Notte Oscura)

Illustrazione di Kalaratri secondo l'AI
E' un'incarnazione feroce della Dea Parvati, quando essa decise di combattere le forze del male in modo più deciso, si spogliò dei suoi ornamenti e della sua bellezza. Così si trasformò in Kalaratri, che rappresenta la distruzione delle forze maligne. La sua apparenza è spaventosa: è spesso raffigurata con una pelle scura, capelli disordinati, e occhi rossi infuocati. Cavalca un asino e brandisce una spada e un tridente. Il suo aspetto è destinato a incutere terrore nei cuori dei demoni e delle forze oscure. Si dice che la sua semplice presenza sia sufficiente a dissolvere le tenebre e a spazzare via gli spiriti malvagi, il suo aspetto sottolinea che la distruzione è necessaria per la rigenerazione e la creazione di un nuovo ordine.
GIORNO 8
Mahagauri (La Bianca Dea)

Illustrazione di Mahagauri secondo l'AI
Mahagauri, secondo il mito, aveva una carnagione scura a causa delle dure penitenze che aveva praticato per ottenere Shiva come marito. Quando finalmente Shiva accettò Parvati (Mahagauri) come sua consorte, decise di purificarla e rimuovere ogni traccia di fatica e sofferenza che aveva accumulato durante la sua penitenza.
Shiva consigliò a Parvati di bagnarsi nelle acque sacre del fiume Gange. Quando lei lo fece, la sua carnagione scura scomparve, rivelando una pelle chiara e luminosa. Questo atto di purificazione non era solo fisico, ma anche simbolico della sua purezza, della sua devozione e del suo impegno spirituale.
Questo mito esprime il potere del Gange come fiume sacro e purificatore, e sottolinea come la purezza interiore ed esteriore possano essere raggiunte attraverso la devozione e le benedizioni divine. La trasformazione di Mahagauri rappresenta la transizione da un periodo di austerità e penitenza a uno stato di purezza e grazia divina.
GIORNO 9 Siddhidatri (Colei che concede poteri)

Illustrazione di Siddhidatri secondo l'AI
La nona e ultima forma della Dea, è famosa per concedere otto Siddhi, ovvero poteri sovrannaturali, ai suoi devoti. Questi poteri non sono solo leggende per i credenti, ma sono visti come la manifestazione della grazia divina per coloro che raggiungono un alto livello di devozione e meditazione. Questi otto poteri sovrannaturali sono:
Anima: La capacità di diventare microscopico, tanto da poter entrare in spazi infinitesimali.
Mahima: La capacità di diventare gigantesco, espandendosi immensamente.
Garima: La capacità di diventare estremamente pesante, al punto da non poter essere spostato.
Laghima: La capacità di diventare incredibilmente leggero, come una piuma.
Prapti: La capacità di ottenere tutto ciò che si desidera, di trovarsi ovunque nel cosmo.
Prakamya: La capacità di realizzare i propri desideri, di controllare gli elementi naturali.
Ishatva: La capacità di controllare e creare mondi interi.
Vashitva: La capacità di controllare gli esseri viventi e gli oggetti.
Ora sapete qualcosa in più relativamente a questa festa ricca di tradizioni e se vi troverete in India in questo periodo, sicuramente le celebrazioni non passeranno inosservate! Avete deciso a quale aspetto della dea darete le vostre offerte quest'anno? Quale tra le sue forme terrificanti e devote vi ha conquistato di più?
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